Quartieri Spagnoli di Napoli, il lavoro e il turismo selvaggio: il punto dell’Assessore alle Politiche sociali della II Municipalità, Salvatore Iodice
Napoli è una città ricca di fascino e contraddizioni. Tra le sue zone più caratteristiche, certamente, troviamo i Quartieri Spagnoli. Affascinanti e celebri per la storia, l’architettura unica e l’atmosfera vivace che li contraddistingue, i Quartieri e i suoi abitanti si fanno portatori di uno spaccato di Napoli che è in via d’estinzione, tra gentrificazione, disagio abitativo e turistificazione di massa. Ma come spesso accade, proprio dietro questa bellezza, si nascondono una serie di problematiche sociali ed economiche che spesso rimangono inascoltate e si accumulano, s’abbottano fino a quando non c’è più spazio per contenerle ed esplodono. A quel punto, forse, qualcuno se ne accorge.
Prima su tutte, la questione lavorativa. Da un lato, l’esplosione del nuovo indotto turistico sta versando linfa vitale alle attività del quartiere. Dall’altro, restano immutate le criticità antiche di Napoli e del Sud Italia, come la scarsa regolamentazione delle posizioni lavorative (contratti stabili e regolari) che unita all’assenza di retribuzioni in linea con le ore lavorate e con il tipo di mansione, genera un malcontento difficilmente sanabile dagli interventi e dalle rassicurazioni della politica. E noi proprio alla politica abbiamo chiesto conto di questa situazione.
Questa mattina abbiamo fatto due chiacchiere con Salvatore Iodice, Assessore alle politiche sociali della II Municipalità di Napoli. Secondo Iodice il turismo ha portato una ventata di aria fresca ma il problema, ammette, è che “forse, è arrivato tutto troppo in fretta. Il fenomeno non è governato abbastanza dalle istituzioni, in questo momento.”
E continua: “Ci abbiamo provato, ci stiamo provando. Ma il Comune deve darci gli strumenti adatti. Non basta la carica, non basta la personalità. Non bastano le carte, servono gli strumenti e i mezzi. E quelli, necessariamente, deve fornirli lo Stato“. Il ruolo centrale, quindi, dovrebbe essere ricoperto dalle Istituzioni. Le stesse che che non sempre forniscono strumenti adeguati per affrontare queste criticità al meglio.
Le realtà associative: l’oro dei Quartieri Spagnoli
Salvatore è anche il presidente dell’Associazione MINIERA, una realtà sociale profondamente radicata nei Quartieri Spagnoli. Conosce bene il contesto in cui, con determinazione, si impegna per migliorare le condizioni di vita di coloro che vivono queste vicoli e queste strade di ciottoli ricoperte da bellissimi murales.
Legalità e lavoro
I Quartieri Spagnoli rappresentano un mondo complesso, ma non possiamo voltare le spalle a chi ci abita”, afferma Iodice nell’intervista.
“La nostra associazione si impegna a offrire supporto sociale, promuovere l’istruzione e favorire l’integrazione dei giovani. È fondamentale creare opportunità e speranza per le nuove generazioni, perché solo così potremo spezzare il circolo vizioso della povertà e dell’emarginazione“.
Salvatore, come altri rappresentanti dal quartiere, crede fermamente che il cambiamento sia possibile. Lavorando a stretto contatto con la comunità, l’Associazione Miniera ha avviato numerosi progetti di inclusione sociale e sviluppo economico. Attraverso iniziative mirate come workshop, eventi di formazione, supporto locale e programmi di riqualificazione urbana, vuole promuovere un rinnovamento concreto nei Quartieri Spagnoli.
La strada sembra lunga e tortuosa, ma la tenacia e la passione di alcuni offre speranza per i Quartieri Spagnoli e per Napoli, per tutti. È essenziale quindi che le istituzioni locali, insieme alla società civile, si uniscano per collaborino per immaginare e attuare soluzioni sostenibili a lungo termine.
Collaborare, questo è l’imperativo.
Quartieri spagnoli, lavoro, turismo
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