Swedengate, il nuovo “scandalo” svedese. Ecco di cosa si tratta e perché se parla
Da alcuni giorni, in rete, si legge di questo nuovo trend che arriva direttamente dalla penisola scandinava, dalla Svezia in particolare. Ad essere precisi, lo Swedengate – più che di un trend – è piuttosto una peculiarità culturale che – per sua natura – fa storcere il naso al resto del mondo.
La discussione è stata rilanciata da un utente della piattaforma Reddit. Da quell’istante, per il resto del mondo, la parola Swedengate indica l’abitudine di non condividere il pasto con gli ospiti che – in quel momento – si trovano assieme al soggetto in questione, nonostante quest’ultimo abbia ricevuto un esplicito invito a visitare l’amico o il conoscente.
Come si apprende, si tratterebbe di un fenomeno piuttosto comune in Svezia, seppur sia diventato virale sui social solamente negli ultimi giorni. Gli svedesi – e gli scandinavi in generale – infatti, sono un popolo tendenzialmente meno comunitario rispetto alle controparti mediterranee – italiani, spagnoli e greci, ad esempio – nazioni comunemente accreditate per l’accoglienza e il calore incondizionato che viene rivolto tanto al resto della comunità, all’amico o alla famiglia, quando al turista e allo straniero.
Senza dubbio, si tratta dell’ennesima generalizzazione che porta – inevitabilmente – alla nascita e al mantenimento di tutta una serie di cliché che – evidentemente – non sempre risultano esatti. In questo caso, però, stando ai commenti e alle reazioni degli utenti di Reddit prima – e degli altri social in cui la notizia ha circolato poi – la verità non è molto lontano da quanto dipinto nei post, nei meme e nelle discussioni in rete.
Una questione culturale
In sintesi: l’invito a casa, in Nord Europa, non presuppone un annesso invito a pranzo. Anzi, si è soliti spostarsi verso la cucina per mangiare senza neppure invitare l’ospite a sedersi a tavola. Infatti, al malcapitato potrebbe addirittura venir richiesto di attendere in un’altra stanza della casa, in modo da non disturbare chi sta mangiando.
Ma, come è facile immaginare, questa abitudine risulta assurda agli occhi e alle orecchie di molti non-svedesi. Nel resto del mondo, di conseguenza, questa discussione ha generato sconcerto e finanche disappunto. A riprova di questo, basti notare che l’hashtag #Swedengate è esploso su Twitter, con condivisioni, retweet e commenti tra il serio e il faceto.
Alle radici dello Swedengate
Come accennato, la questione prende piede alcuni giorni fa, a seguito del post pubblicato da un utente su Reddit. Il post è diventato virale all’interno del subreddit (subforum) nel quale si chiedeva “Quale fosse la cosa più strana che si abbia dovuto fare a casa di qualcuno per motivi culturali o religiosi”. La risposta dell’utente in questione, tra le altre, riguardava proprio la Svezia.
«Ricordo di essere andato a casa di un amico svedese e mentre stavamo giocando nella sua stanza, la loro madre ha detto che la cena era pronta. Quindi mi ha chiesto di ASPETTARE nella sua stanza mentre gli altri mangiavano. Allucinante».
Un altro utente, invece, racconta di aver sperimentato un risveglio decisamente amaro. “Una volta sono rimasto a dormire a casa di un amico. Quando ci siamo svegliati, mi ha detto che sarebbe andato al piano di sotto a fare una cosa. Dopo 15 minuti, sono sceso per vedere cosa c***o stava succedendo e l’ho trovato mentre faceva colazione. Mi vedono e mi dicono che hanno quasi finito. Ci penso ancora 25 anni dopo“.
Stai facendo lo svedese?
Mentre sul web si discutevano le più svariate interpretazioni di questo curioso fenomeno (come quella che incolpa l’apparente paranoia degli svedesi per le possibili allergie alimentari), alcuni utenti spagnoli hanno ironicamente messo in relazione le brutte esperienza di ospitalità condivise dai redditors con il modo di dire “hacerse el sueco” che, in spagnolo, si traduce letteralmente con “fare lo svedese” o “giocare allo svedese”.
L’espressione, da quando si apprende, si è diffusa e cristallizzata già negli ultimi anni nella lingua castigliana e viene utilizzata per indicare chi non ascolta o chi fa finta di non capire quello che le altre persone cercano di comunicargli.
Ecco, in questo senso, è evidente il rimando alla peculiare abitudine svedese di invitare a casa qualcuno all’ora dei pasti per poi fingere di non capire che anche l’invitato avrebbe bisogno di quello che i nostri antichi definivano companàtico.
Quindi, è buona abitudine condividere il cibo, come parte di quell’usanza che lo scrittore Carlo Levi definiva virtù prima e antichissima: l’ospitalità.
“La virtù per cui i contadini aprono la porta all’ignoto forestiero, senza chiedergli il suo nome, e lo invitano a mangiare il loro scarso pane; di cui tutti i paesi si contendono la palma, fieri ognuno di essere il più amichevole e aperto al viandante straniero, che, forse, è un dio travestito.”
In altre parole: nel dubbio, sii gentile e ospitale.